Il Blog del Tempio della Grande Dea
Creature Sacre e Dee

Le Creature Sacre ad Afrodite del Fuoco

Articolo di Morgana Marco Vettorel

In questo periodo la Natura si desta dal suo sonno ristoratore, si rinvigorisce di nuova
linfa vitale, germoglia, si arricchisce di nuovi colori e nuove sensazioni.
Ovunque sbocciano fiori, offrendo piacere ai sensi, l’erba nuova riveste i prati, la luce del Sole si fa giorno dopo giorno più calda e splendente e molti animali percepiscono il richiamo antico che li conduce ai rituali di accoppiamento. Signora di tutto ciò, di questo magico ed entusiastico passaggio naturale, è Afrodite quale Signora del Fuoco, colei che, giovane e possente, alimenta il nostro Fuoco interiore offrendoci piacere e passione, forza ed energia, spingendo tutta la Natura di cui facciamo parte anche noi, al risveglio e all’azione.
A lei sono associati diversi simboli e animali, che rispecchiano non solo le sue caratteristiche ma anche quelle del periodo.

Gli animali hanno sempre fatto parte del nostro immaginario e delle nostre vite, nonostante la separazione avvenuta tra uomo e natura soprattutto ad opera delle religioni ufficiali, che hanno portato l’essere umano a staccarsi definitivamente da lei, a considerarla impura e non sacra, un qualcosa da abusare, controllare e sfruttare per i propri fini, eleggendosi unico padrone superiore a tutto e tutti. L’esempio più immediato proviene dal punto di vista linguistico. Quante volte nel nostro quotidiano utilizziamo frasi quali “furbo come una volpe”, “una vista da falco”, “lento come una tartaruga”, “mangi come un maiale”, eccetera?
Anche da un punto di vista simbolico, in moltissime civiltà dall’alba dei tempi a oggi, ogni animale ha assunto attributi e valori unici, provenienti dai loro comportamenti, dalle loro attitudini naturali e anche da alcuni eventi storici che li ha connotati in un modo o in un altro (generando delle volte, purtroppo, ridicole superstizioni e credenze assurde che hanno portato ad avere vittime innocenti). Questo perché, prima della separazione tra uomo e natura, gli animali erano considerati un ponte tra il nostro mondo e quello degli spiriti, mediatori tra divinità e mortali e
maestri di vita.

Analizziamo il significato delle creature associate ad Afrodite quale Signora del Fuoco:



Squalo


Uno tra i predatori più temuti al mondo, simbolo di focus, energia e determinazione, è il
cacciatore in perenne movimento. Presso alcune culture, come quella Maori, è considerato il re delle acque, colui che detiene il potere sulla vita e sulla morte. Rappresenta lo spirito di adattamento e di sopravvivenza, il potere e la forza. Oltre a ciò, è l’emblema della sicurezza di sé stessi, simbolo di forza e tenacia. Dotato di una vista fuori dal comune, possiede un istinto molto forte ed è collegato anche all’azione: non aspetta che si presentino le occasioni, le insegue, coglie ogni opportunità. Attraverso il suo movimento sempre in avanti, offre una profonda lezione: andare sempre avanti per la propria strada, senza voltarsi indietro o farsi bloccare dal proprio passato.

Con il suo comportamento e atteggiamento, insegna a gestire le emozioni, a non farsi
sopraffare e dominare dai drammi emotivi. I marinai usano disegnare o tatuarsi squali come portafortuna per tenerli lontano e proteggersi dai loro attacchi.

Chiariamo un dettaglio: gli antichi non l’hanno sempre considerato un animale feroce e
pericoloso. Ad esempio Plutarco ne valorizzava le qualità: mite, amabile e protettivo.
Ma ben presto lo squalo è diventato un animale feroce che divora tutto, l’archetipo della
Grande Dea nel suo aspetto Oscuro e divoratore, Cronos che divora i suoi figli.




Tonno


Considerato un animale tonto e stupido (quante volte lo abbiamo sentito usare come termine per indicare qualcuno di credulone?) è in realtà molto intelligente e impetuoso, uno dei pochissimi pesci a sangue caldo e uno dei nuotatori più rapidi in assoluto. Presso gli etruschi era considerato un simbolo di forza e di coraggio, capace di superare ogni avversità.
Sono abili predatori, regolano l’equilibrio all’interno delle comunità marine e cacciano seguendo una tecnica particolare e ben precisa. Questo lo rende un animale simbolo di abilità, agilità ed energia, messaggero dell’inconscio, capace di nuotare nelle nostre acque più profonde e di far emergere i propri doni.
È associato anche alla fertilità e alla riproduzione, al saper prendere decisioni per il proprio benessere evitando situazioni stagnanti, trovando sempre nuove soluzioni. In ultimo, per via delle sue proprietà alimentari, è collegato anche alla guarigione e alla buona salute.



Gatto


Animale circondato da un’aura di mistero, custode dei poteri interiori, guardiano coraggioso e valido, simbolo del legame tra il mondo umano e quello spirituale, è l’animale magico e psichico per eccellenza. Famoso come simbolo d’indipendenza e sessualità, era adorato dagli antichi egizi grazie alla figura della dea Bastet. Divinità tra le più importanti e venerate della religione dell’antico Egitto, era rappresentata con le sembianze di gatta ed era presente anche nella mitologia greca come Ailuros (gatto). Fu assimilata in seguito ad altre dee come Iside, consacrando definitivamente il gatto alla Magia e al femminile.

Bastet era la dea dei gatti, della fertilità, delle donne, della casa e della danza ma anche,
attraverso il suo corrispettivo leonino, Sekhmet, dea della guerra e della furia. I gatti rimangono collegati alla magia e al femminile anche presso i popoli nordici, attraverso la Dea dell’Amore, della fertilità e della Magia, Freya. Il suo carro era trainatoda una coppia di gatti, animali che simboleggiavano l’amor proprio di Freya, il suo essere sempre fedele ai suoi desideri e alle sue passioni.

Troviamo, in una favola di Esopo, un episodio che vede per protagonista una gatta che, innamorata di un giovane umano, prega Afrodite di aiutarla e trasformarla in umana. La dea, mossa a compassione, la aiuta, anche se alla fine la ritrasforma in gatta (in quanto, stimolata dalla curiosità e con uno stratagemma, scopre che al suo interno era ancora un felino).
Purtroppo, visto il suo legame con gli antichi culti e il femminile, oltre che per il suo carattere fuggevole e indipendente, nel medioevo subì un processo di demonizzazione: il gatto, soprattutto quello nero, fu legato a Satana e divenne il famiglio prediletto delle streghe. Si credeva che le streghe stesse potessero trasformarsi in gatti neri o che i demoni potessero assumere tali sembianze per aiutare le spose del Diavolo nei loro rituali. Possederne uno, in alcune località, era motivo di linciaggio immediato da parte della folla inferocita.
Soprattutto intorno al 1232-1233, a causa della bolla Vox in Rama a cura di Papa Gregorio XI, il gatto fu considerato personificazione demoniaca e in pratica condannato a morte, insieme a chi ne fosse il padrone e, soprattutto, la padrona. Fu uno sterminio terribile, di proporzioni tali da aver causato l’estinzione del gatto nel nostro continente. Ovvio che i topi proliferassero indisturbati o quasi, arrecando anche malattie molto gravi. Nel XV sec., per combattere il proliferare dei ratti, i gatti furono nuovamente introdotti in maniera non ufficiale.
Da tutto ciò deriva la superstizione del gatto nero come portatore di sfortuna ma, per fortuna, non è così. Il gatto insegna la fierezza e l’indipendenza, la libertà e il vedere oltre le apparenze,
nell’oscurità. È l’animale del silenzio e della meditazione, dello spirito e dell’intuizione.




Lepre


Da sempre la lepre, come il coniglio, è stata considerata presso numerose culture e popoli, un animale sacro associato alla luna e, soprattutto, alla fertilità. Per esempio, per gli antichi Britanni, era tabù ucciderle e mangiare la loro carne, tranne che in occasioni rituali (equinozio di primavera o Beltane) in cui si aboliva temporaneamente questo divieto per, attraverso un pasto rituale, consumare il corpo dell’animale per assumerne la fertilità. Celti inoltre consideravano la lepre un animale divinatorio e dal modo in cui correva, dalle sue impronte nel terreno e altri segnali, traevano presagi sul futuro.

Partiamo con l’aspetto lunare: numerose tradizioni (cinesi, europee, africane e indiane) hanno interpretato i disegni sulla superficie della luna piena come una lepre, a ricordare l’associazione dell’animale con le divinità lunari. Per fare due esempi, partendo dalla tradizione buddista, le leggende narrano di come una lepre si sacrificasse per nutrire il Buddha affamato, balzando nel fuoco. In segno di gratitudine il Buddha impresse l’immagine dell’animale sulla luna.
In tradizioni ancora più antiche del Buddismo, in Cina, troviamo il coniglio lunare con un pestello e un mortaio, con cui prepara un elisir di immortalità (e figure di lepri e conigli sono costruiti in occasioni delle feste lunari).

Se da una parte, come molti altri animali sacri dell’antichità, la lepre subì nel Medioevo un processo di demonizzazione e fu ritenuta animale di cattivo auspicio, in cui le streghe si trasformavano, da un’altra parte e nonostante ciò, per la caratteristica del suo manto che cambia colore secondo la stagione, fu indicata da Sant’Ambrogio come simbolo della Resurrezione (anche se in alcune fonti, come il Levitico, era considerato un animale impuro). Durante questa stagione è famosa l’immagine del coniglio che depone/consegna uova ai più piccoli ma da dove nasce questa visione? E la sua connessione con il periodo primaverile?

Come accennato agli inizi, la lepre è stata collegata anche alla fertilità e alla sessualità vigorosa, essendo una generatrice veloce e prolifica che, proprio in questo periodo (primavera), partorisce grandi cucciolate. Basterebbe questo a spiegare la sua connessione con il periodo.

Per quanto riguarda l’uovo, la situazione è più complessa e in molti si limitano alla sua presunta associazione con la Dea Ostara (Eostre) ma non abbiamo prove certe a riguardo.  È più probabile ritenere, visto che in questo periodo anche gli uccelli sono al loro apice di riproduzione e depongono uova in gran quantità, che nei secoli le due immagini si sono fuse/sovrapposte, sostituendo.




Gallina


Animale considerato magico presso diverse culture e tradizioni, rappresenta l’archetipo naturale della madre, colei che si prende cura della sua prole e, al tempo stesso, colei che sa mettere sani confini, per il suo benessere e per quello dei suoi piccoli. Anche nei Vangeli la chioccia è il modello esemplare dell’amore protettivo verso i più deboli.

La Gallina, infatti, non solo depone numerose uova, prendendosene cura fino alla nascita del pulcino, ma poi continua a prendersi cura della sua prole aiutandola a crescere. Per questo motivo è divenuta anche il simbolo della pazienza, della perseveranza e della costanza.

Come accennato in precedenza, anche se è un animale sociale, è molto territoriale: infatti, per difendere i propri spazi, può diventare aggressiva. Emblema del coraggio, della creatività, del combattere per il proprio spazio personale, i propri diritti e progetti, è associata alla protezione e alla cura, alla dedizione e, come la sua controparte maschile, al sole e al fuoco (grazie al suo canto il gallo annuncia l’alba e scaccia le tenebre) (pensate alla gallina dalle uova d’oro delle fiabe). Oltre a ciò, soprattutto nelle tradizioni africane, la gallina è un’animale psicopompo, la rigeneratrice di anime, proprio come la Grande Madre, custode del ciclo di vita, crescita, morte e rinascita attraverso il suo ventre.

Purtroppo, soprattutto in Europa, la gallina ha perso i suoi nobili attributi, diventando emblema della stupidità e dell’ignoranza (pensate anche dal punto di vista linguistico: quante volte avete sentito la frase “stupida come una gallina”?).




Orsa


Famoso soprattutto nelle leggende e nelle storie dei Celti, era ritenuto un animale sacro, attribuito ad Artù (il nome Artù deriva dal celtico arth che significa orso) e, in precedenza, alla dea Artio, una divinità rappresentata come un’orsa (o in compagnia di un’orsa), Signora della Caccia e dell’abbondanza.

Simbolo di equilibrio tra le polarità, d’introspezione e di cura e difesa della propria prole, è il simbolo della forza e del vigore che, unite alla capacità ibernarsi, rendono l’orso/a non solo un potente compagno spirituale ma anche una guida eccellente nel regno del sonno e dei sogni.

Col suo ritirarsi nella propria tana ogni inverno, insegna il silenzio e la calma, il ritiro spirituale e il potere della Discesa in se stessi.Col suo riemergere dalla tana simboleggia il vigore e il risveglio delle energie nascoste, la guarigione e la Terra stessa nei suoi passaggi naturali tra luce e ombra, in equilibrio. Presso alcune tradizioni, per via del suo collegamento con la terra, rappresentava le energie primordiali e gli Antenati.

L’orsa viene anche collegata, in astronomia e astrologia, alla costellazione dell’Orsa Minore e dell’Orsa Maggiore, rispettivamente chiamate anche Piccolo e Grande Carro.
Entrambe costituite da sette stelle, quattro per il quadrato e tre per la coda, simboleggia non solo le sette potenze planetarie ma anche, grazie al movimento dell’Orsa Maggiore intorno a Polaris (la stella polare, che fa parte dell’Orsa Minore), immortalata nei quattro momenti principali del suo tragitto circolare, ovvero nel corso delle quattro stagioni, la svastica, simbolo antico di ciclicità, ben lontano dalla visione distorta creata dal nazismo.

Animale di cielo e terra, della luna e delle stelle, espansivo ed introverso, per gli antichi greci era sacro anche alla dea Artemide, dea della Luna, cacciatrice e al tempo stesso protettrice della natura e delle sue creature selvatiche.



Drago


Creatura mitologica presente in diverse culture, miti, leggende e tradizioni, Orientali e Occidentali, possiede diversi attributi ed elementi. Nonostante l’etimologia del termine sia ancora oggetto di discussione, sembra rimandare al serpente e alla capacità di guardare attentamente, alla vista acutissima (forse riferendosi anche ai poteri paralizzanti noti in figure come Medusa e il Basilisco).

Conosciuto da tutti come animale di Fuoco, in realtà è anche terrestre, acquatico e celeste, custode dell’antico sapere e degli elementi (lo sputare fuoco è un attributo del drago medievale).

È un’animale ctonio, abitante delle profonde caverne o dei crepacci, guardiano di tesori preziosi, strettamente legato alla Terra, ai luoghi sacri e alla Dea.
In base alla tradizione di riferimento, la sua descrizione fisica può assumere connotati diversi: dai tratti serpentini o affine ai rettili, ricoperto di squame, spesso (ma non sempre, come nel caso dell’Oriente) presenta possenti ali simile a quelle di cui sono dotati i pipistrelli, zampe d’aquila o di altre creature, corna o lunghi baffi. Se in Oriente ha avuto un’evoluzione positiva, diventando un simbolo della famiglia imperiale, oltre che una creatura considerata sacra e saggia, portatrice di fortuna, in Occidente è stato demonizzato dal cristianesimo. Sono molti gli episodi e le iconografie che riportano di santi e cavaliere che uccidono draghi malefici, come nel caso di San Giorgio.

Sia chiaro un dettaglio importante: le radici di questa visione negativa del drago in Occidente, risiedono in diverse mitologie pagane “inquinate” da una visione più patriarcale. L’esempio di quello che scrivo, è nella mitologia greca: vari sono i miti in cui una divinità o un eroe sconfiggono un enorme serpente o drago, testimoniando un passaggio di cultura e religione da una visione più matriarcale ad una più patriarcale.
Un esempio è nel caso di Apollo che, dopo aver ucciso Pitone (figlio/a di Gea, custode del tempio di Delfi), si sostituì al culto precedente costringendo la sacerdotessa lì presente a prendere il nome di Pizia e a servirlo, trasformando il luogo in un centro oracolare. Non dimentichiamo che il drago, come il suo “parente” serpente (demonizzato anch’esso dalle culture successive), rappresenta l’infinito, il mutare, la trasformazione e...depone uova!

Simbolo di vita e di abbondanza, di creazione e di rinascita, in numerose mitologie un uovo primordiale, embrione e germe di vita, è il primo essere ad emergere dal Caos (inteso come condizione primordiale che contiene la potenzialità di tutte le cose esistenti).
L’uovo è il principio da cui nascono tutte le cose, il due volte nato, portando in manifestazione ciò che prima era solo allo stato potenziale.
Alcuni studiosi, analizzando i miti della creazione che hanno per protagonista un uovo primordiale di uccello o colomba (animale associato ad Afrodite e alla Grande Dea), hanno ipotizzato che l’originale era un uovo di serpente (guardate ad esempio il mito della creazione di Eurinome e Ofione).

A proposito di draghi e serpenti all’origine della creazione e della vita, merita menzione Quetzalcoatl, il grande serpente piumato della mitologia azteca e mesoamericana (maya, toltechi, eccetera), spirito creatore e civilizzatore.



Fonti:
-Feste Pagane di Roberto Fattore;
-La magia con la Natura di Laura Rangoni;
-Sciamanesimo Celtico di Jonh Matthews;
-Il linguaggio della Dea di Marija Gimbutas;
-Animali di potere di Nicki Scully;
-Il Vischio e la Quercia di Riccardo Taraglio;
-Ricerche e appunti personali sviluppati negli anni.