Nell'antica religione greca, la ninfa era una creatura immortale e sacra, rappresentata
come una giovane e bella ragazza, protettrice di un luogo o al seguito di una divinità, una
potenza divina dei boschi, delle acque, legata dunque alla natura di cui fa parte.
Il termine ninfa sembra derivare dal greco antico, per la precisione dalla parola greca
“nýmphe” che significa "fanciulla". Questa parola per di più, ha la stessa radice del verbo latino “nubere” ovvero "prendere marito" (da cui la nostra "nubile").
Come accennato in precedenza, spesso le ninfe sono state descritte come appartenenti al
corteo di alcune divinità, per esempio la dea Artemide (sue compagne, ancelle, dotate
come lei di una bellezza incomparabile) ma anche come danzatrici armoniose che
muovono i loro corpi trasportate dalle note del flauto divino suonato dal dio Pan, nel
profondo dei boschi.
La mitologia greca descrive ed elenca molte ninfe, il cui aspetto di bellissime fanciulle
eternamente giovani attirava molti mortali, divinità ed eroi.
Oltre a ciò, vi è un’immensa varietà di miti che le descrivono come protagoniste o come
vittime del desiderio altrui; tra questi racconti le troviamo accostate ai satiri che, invasi
dalla passione, avevano pochi scrupoli nei loro confronti (da questi racconti proviene il
nome moderno “ninfomania”, oggigiorno sostituito dal termine di “ipersessualità”, ovvero
un bisogno patologico, ossessivo e di dipendenza nei confronti del sesso).
Tra queste entità, troviamo le ninfe dell’acqua, creature che vivono nei fiumi, nelle
sorgenti o nei laghi, descritte come spiriti benevoli dell’acqua dolce e dall’aspetto di
giovani ragazze, capaci di esaudire i desideri dei mortali.
Sono richiami ed echi, delle antiche dee delle sorgenti e dei pozzi sacri, simili a fate e istintive. Nella mitologia greca troviamo tre diversi tipi di ninfe d’acqua: le Nereidi, le Naiadi e le Oceanine. Le Nereidi, nome che deriva dal greco antico e significa “flusso”, “fluido” o “liquido”, sono presenti nelle acque del Mediterraneo e, secondo la mitologia greca, sono creature marine figlie di Nereo e della Oceanina Doride.
Considerate creature immortali e di natura benevola, facevano parte del corteo del dio
Poseidone insieme ai Tritoni (sirene di sesso maschile) e venivano rappresentate come
fanciulle con i capelli ornati di perle, a cavallo di delfini o cavalli marini.
Grazie a diversi scrittori dell’antica Grecia, ad esempio Esiodo o Omero, abbiamo diversi
elenchi con i nomi delle varie Nereidi, nomi significativi che evidenziavano le loro doti
spirituali o le loro qualità fisiche-
Le Naiadi, in greco antico “Naiádes”, da "fluire" e "acqua corrente") sono figure della
mitologia greca che vivono presso fontane e sorgenti. Loro presiedono a tutte le acque
dolci della terra e possiedono facoltà guaritrici e profetiche (sia chiaro però che bisogna
prestare attenzione a come utilizzare le loro acque e ad avere rispetto, perché secondo il
mito possono punire chi profana i loro luoghi con la manifestazioni di malattie particolari). Proprio per questa loro caratteristica, soprattutto presso i contadini, potevano vantare di avere un culto tutto loro.Non tutte immortali (alcune di loro sono ninfe mortali), la mitologia greca le distinguevano in Potamidi (ninfe dei fiumi), Pegee (ninfe delle sorgenti), Crenee o Creniadi (ninfe delle fontane), Limniadi (ninfe dei laghi) ed Eleadi (ninfe delle paludi). Figlie del titano Oceano e della titana Teti, le Oceanine erano considerate come dee delle acque e dei mari, molto potenti e personificavano le acque correnti, ossia ogni corrente marina o grande fiume. Anche in questo caso, grazie ad alcuni scrittori dell’epoca come Esiodo, abbiamo elenchi con i nomi delle diverse Oceanine e i loro significati. Tornando alle nereidi, come accennato in precedenza, è difficile trovare informazioni approfondite riguardo ognuna di loro in quanto sono andate perdute o, addirittura, non pervenute (in quanto solo nominate nei poemi antichi o al seguito di divinità durante i loro cortei).

Un tempo i loro nomi venivano cantati dai marinai per chiedere protezione durante la
pesca o i viaggi in mare. Oggi giorno, come sacerdotesse e sacerdoti del Mare e di
Afrodite, possiamo rimembrare il loro potere, la loro essenza e, attraverso il sacro canto,
cantare i loro nomi per chiedere protezione e sostegno nel navigare il mare della vita,
lasciandoci ispirare dalla Dea e dalle nereidi stesse.
Actea o Attea, era un nume della generazione di divinità preolimpiche precedenti
a Zeus, ad Apollo ed allo stesso Poseidone. Actea era la nereide della riva e
l'abitatrice della costa del mare.
Agave, la nereide che è illustre.
Alia o Alie, la nereide "amabile" secondo Esiodo, "dai grandi occhi" per Omero.
A differenza di molte delle sue sorelle nereidi, lei è la figlia di Talassa e, secondo il
mito, ebbe da Poseidone sei maschi (secondo alcuni studiosi i primi abitanti
dell’isola di Rodi, i Telchini) e la ninfa Rodo. Secondo il mito i figli di Alia impedirono ad Afrodite di approdare a Rodi e così la dea, offesa e infastidita, fece impazzire ognuno di loro. A quel punto, fuori controllo, violentarono la propria madre (Alia) e appena Poseidone (il loro padre) seppe dell’accaduto, li punì trascinandoli nelle profondità marine e trasformandoli in demoni, che dagli uomini furono chiamati Demoni orientali. La nereide Alia invece si gettò in mare ed in seguito raggiunse l'onore immortale agli occhi degli indigeni e fu chiamata Leucotea. Le due figure (Alia e Leucotea) erano molto venerate sull'isola di Rodi e questa adorazione includeva l'annuale Festival di Alia. La figura di Alia a volte viene identificata (o confusa) con Cafira, altre volte viene invece associata ad Imalia.
Alimede, il cui nome significa "delle acque salate del mare". Alimede è una nereide
del Mar Mediterraneo, descritta di carattere dolce e gentile, raffigurata per lo più
come una bellissima fanciulla anche se, in alcuni luoghi della Grecia, veniva
rappresentata come una sirena (metà umana e metà pesce).
Amatea, Ameteia o Amatia (Amazia), la nereide dai bei riccioli, chiamata anche
(erroneamente) Ematea.
Questo è uno dei nomi con il quale veniva chiamata anche la Sibilla Cumana.
Anfinome, Amphinome o Anfitoe, la nereide che si muove dolcemente.
Rappresenta la generosità del mare.
Anfitrite, la nereide giovane e bella dai capelli neri e sciolti, che veste un’armatura
color verde, detentrice dello scettro e del diadema della regalità, a cui piace spingere
le onde del mare sugli scogli. Secondo la mitologia greca è la sposa di Poseidone, raffigurata spesso seduta in trono o vicino a lui, o ancora su un carro con lui, circondata da un corteo di Tritoni e Nereidi in groppa a cavalli, tori ed altre creature marine. È presente anche nella mitologia romana col nome di Salacia, colei che è responsabile, grazie ad un consulto con la maga Circe, della trasformazione di Scilla in un mostro.
Apseude, il cui nome significa "colei che non mente mai" (il suo nome deriva dal
greco antico e significa “veritiero” o “la splendente”).
Come sua sorella Nemertes, ha ereditato la qualità del padre di dire sempre e solo
la verità.
Aretusa, nereide del corteo della dea Artemide.
Nella mitologia greca il dio Alfeo, figlio di Oceano, si innamorò di lei.
Aretusa però, non ricambiando il sentimento, fuggì da lui arrivando a Ortigia,
Siracusa, luogo in cui, per disperazione, chiese soccorso ad Artemide che la tramutò
in una fonte. Zeus, commosso dal dolore di Alfeo, lo mutò in fiume a sua volta,
permettendogli così di riunirsi all'amata fonte conservando pure le proprie acque
(nonostante l’attraversamento in mare, dalla Grecia a Ortigia).
Autonoe, la nereide dispensatrice d’ispirazione.
Calipso, presente in diversi miti e leggende come ninfa, oceanina o anche nereide. Il
suo nome deriva dal verbo greco kalùpto, «nascondere» o «coprire».
Callianassa, colei che è la regina amata.
Callinira o Callianira.
Ceto o Cheto, significa "grande pesce", "balena" o “dei mostri dei mari”.
Secondo la mitologia greca, è una divinità minore del mare, figlia di Ponto (il mare) e
di Gea (la terra), sorella di Nereo, Taumante, Forco e di altri divinità del mare.
Sposò il proprio fratello Forco e gli dette numerosi figli tra cui Scilla,
le Gorgoni (Medusa, Steno ed Euriale), le Esperidi e il drago Ladone.
Come rivelato dal suo nome, Ceto era raffigurata spesso con aspetti "mostruosi"
assimilabili a quelli di un pesce enorme o di una balena.
Cimatolege o Cymatolege, la nereide che calma l’onda.
Cimo o Cymo, la nereide delle onde, l’onda stessa.
Cimodoce o Cimodocea, la nereide che placa "i flutti sul mare nebbioso e i soffi dei
venti divini". Nell'Eneide quando le navi di Enea, vengono trasformate
in ninfe da Cibele, quella in cui si trova l'eroe prende le sembianze di Cimodocea, la
quale, più delle altre, dimostrò di avere scioltezza di lingua. Afferrata con la destra
la poppa della nave di Enea e nuotando con la sinistra, lo mise al corrente di quanto
stava accadendo al campo troiano. Lo esortò ad affrettarsi e a sbarcare così da
poter attaccare per primo, e lo aiutò in tal senso dando una spinta alla nave su cui
si trovava l'eroe, imprimendole una forte velocità.
Cimotoe, la nereide delle onde veloci.
Climene, la nereide della fama, è anche il nome di una delle oceanine.
Coro, la nereide che danza e canta.
Cranto.
Dero.
Dessamene, la nereide la cui mano destra è forte, colei che agisce.
Dinamene o Dinamena, la nereide forte, vitale, abitatrice di isole.
Dione, la nereide amabile. Nella mitologia greca Dione è una delle dee della prima
generazione divina, associata al cielo, al mare e alla bellezza. Nel mito tramandato
dal patriarcato è nota soprattutto come una delle possibili madri di Afrodite, avuta
da Zeus.
Doride, la madre delle nereidi, colei che da giovamento all’uomo.
È una oceanina che sposò Nereo (figlio di Ponto e Gaia) e che da lui procreò le
Nereidi ed un solo figlio maschio, Nerito. Esiodo nella Teogonia la definisce "dagli amabili capelli" e dice che una delle sue figlie portava il suo stesso nome.
Doto, la nereide donatrice, colei che offriva un viaggio sicuro, o una pesca generosa,
durante la pesca. Doto aveva un altare a lei dedicato nella città di Gabala .
Eione, la nereide delle spiagge sottili, Signora della spiaggia.
Erato, la nereide amorevole. Il suo nome deriva dal greco antico Erate che significa
affascinante. Questo è anche il nome di una delle nove muse.
Eucrante, nereide della buona mescolanza, colei che è messa a protezione dei
viaggi dei pesci e che porta al compimento ogni impresa in mare.
Eudia, rappresentata nell’arte e descritta come una delle tre nereidi, a cavallo di
delfini, che portano le armi ad Achille.
Eudore, la nereide dei bei doni del mare, dei buoni regali.
Eulimene, la nereide dei buoni ritorni, del buon rifugio e del buon porto che accoglie
chi torna dal viaggio in mare.
Eumolpe, la nereide dal bel canto.
Eunice, la nereide vittoriosa, della buona vittoria.
Eupompe, la nereide della bella processione, dalla buona scorta.
Evagore o Euagora o Evagora, le nereidi eloquienti, in quanto può riferirsi a una o
più nereidi.
Evarne, nereide custode di ogni spiaggia.
Ferusa o Pherusa, la nereide trasportatrice, portatrice. Questo è anche il nome di una dea della sostanza e dei possedimenti agricoli, una delle Ore.
Galatea, la nereide gloriosa, dalla spuma bianca, colei che è anche la calma del
mare e simile alla dea Afrodite. Secondo il mito Galatea era corteggiata dal ciclope Polifemo ma non interessata, in quanto innamorata del giovane pastore Aci. Una sera Polifemo sosprese i due amanti al chiaro di luna in riva al mare e, invaso dalla rabbia, scagliò contro il
povero pastore un grosso masso di lava, schiacciandolo e lasciandolo senza vita.
Galatea pianse tutte le sue lacrime sopra il corpo senza vita del suo amato; Zeus e
gli dei ebbero pietà e trasformarono il sangue del pastorello in un piccolo fiume che
nasce dall'Etna e sfocia in una piccola spiaggia vicino a Capo Molini (a Santa
Caterina), dove i due amanti erano soliti incontrarsi. Qui si trova una piccola
sorgiva, "u sangu di Jaci” (il sangue di Aci in dialetto siciliano), dal colore rossastro,
dovuto alla presenza di ossidi di ferro.
Galena o Galene, la nereide che personifica i mari calmi.
Glauce, la nereide il cui nome significa “verde mare” o “verde brillante” e che
personifica il colore del mare.
Glauconome, la nereide abitante del verde del mare.
Ianassa o Janassa, la nereide notevole.
Ianira, ila nereide incantatrice (anche se per alcuni studiosi è un’oceanina).
Iera, la nereide ascoltatrice.
Ione, la nereide viola, dal termine greco antico ion, che significa "viola" ( il colore o
anche il fiore).
Ipponoe o Ippotoe, la nereide che è “simile a una cavalla nella velocità” e l'altra
“simile a una cavalla nell'impeto”.
Iresia.
Laomedia o Laomedea, la nereide a capo degli affollamenti, sovrana del popolo.
Liagore, Leagore o Leiagore, la nereide montatrice, colei che unisce i pesci in
banchi e che, al tempo stesso, assembla le navi.
Limnoria o Limnoreia, la nereide delle paludi salmastri, delle saline.
Lisianassa, la nereide del parto reale, delle consegne, la madre.
Melite, la nereide del mare calmo. Il suo nome deriva dalla parola miele e significa
“dolce come il miele”. È anche il nome di una ninfa.
Menippe, la nereide cavalla coraggiosa, signora dei cavalloni d’onde.
Mera, Marea o Maira, di questa nereide si parla anche nell'Odissea dove lo
stesso Ulisse la vide in una lista di donne, quando nelle sue avventure viaggiò
nell'oltremondo.
Nausitoe o Nausithoe, la nereide protettrice delle navi veloci.
Nemerte, la nereide più saggia, colei che dispensa consigli giusti ma non ascoltati.
Il nome deriva da mertês e significa “l’'infallibile”,“ la veritiera” o “la donatrice”.
Neomeris.
Nesea, Nesaea o Neso, nereide delle isole, protettrici dei naviganti. Fu la nutrice
di Aristeo e compagna di sua madre, la ninfa Cirene.
Orizia o Oritya, la nereide del mare mosso e del mare furioso.
Panope o Panopea o Pinope o Panopeia, la nereide del bel panorama di mare.
Pasitea, la nereide divina in tutto.
Pasitea (in greco antico “Pasithéa”, “rilassamento”), è anche il nome di una delle tre
Grazie nonché la più giovane, sposa di Hypnos dio del sonno, che rappresenta la
personificazione del riposo e della meditazione.
Plessaure, la nereide delle brezze cangianti.
Ploto, la nereide navigante.
Polinome o Polinoe, la nereide dai molti pascoli e dalla mente ricca.
Pontomedusa, la nereide Regina.
Pontoporeia o Pontoporea, la nereide che attraversa il mare, viaggiatrice del
mare.
Proto, la nereide dei primi viaggi.
Protomedia o Protomedea, prima Regina, prima Sovrana.
Pronoe, la nereide previdente.
Psamatea o Psamate, la nereide della sabbia e della spiaggia bianca, nota anche
come Psamatea. Non va confusa con un'altra Psamate, che era invece figlia di Crotopo.
Sao, la nereide dei passaggi salvi, la salvatrice, signora delle traversate marittime
sicure e del salvataggio dei marinai.
Speio o Speo, la nereide delle grotte marine.
Talia, la nereide del mare in fluorescenza, colei che sa fiorire, la piacevole. Lei fa
parte del corteo di Poseidone.
Temisto la nereide delle leggi abitudinarie (diritto consuetudinario) in mare, quasi
un alter ego della dea Temi.
Teti o Tetide, la nereide più bella, colei che è a capo delle nereidi , presiede la
riproduzione marina,
Toe, la nereide dei movimenti d’onda.

Immagine di copertina:
Nereide su cavallo marino, Museo archeologico nazionale di Napoli
Fonti:
-Wikipedia;
-Il crepuscolo degli Dei;
-Enciclopedia treccani;
-Dispensa Yule prima onda di Maya Vassallo
-Odissea;
-Iliade
-Eneide;
-K. Kerényi, Gli Dei e gli Eroi della Grecia;