Spesso quando pubblico articoli e post informativi affinché si prenda coscienza della gravità della cultura sessista e delle sue conseguenze, mi si chiede “cosa possiamo fare per…?”
È davvero bello che ci si ponga questa domanda, andando oltre il semplice indignarsi e impegnandosi a cambiare le cose fin dalle nostre più piccole abitudini quotidiane.
Purtroppo, però, non sempre è così, ci sono casi in cui le persone non agiscono, scelgono consapevolmente di non agire, rendendosi complici di azioni abominevoli, ma non solo: si rendono complici di un intero sistema.
La vicenda di Nicoletta A.
Quel che è accaduto a Nicoletta A., 35enne di Gallarate (Varese), in un supermercato, è oltre l’abominio.
Nicoletta stava semplicemente facendo la spesa, quando un uomo di 40 anni ha cominciato a farle delle avances e, quando lei ha chiesto aiuto al personale del supermercato, nessuno, NESSUNO, è intervenuto.
NESSUNO È INTERVENUTO a fermare la violenza di quest’uomo nemmeno quando ha iniziato a riempirla di calci e pugni al volto. Come fosse una cosa normale, come se le stesse chiedendo “scusi, sa che ore sono?”
Un'aggressione selvaggia della quale è colpevole tanto l’uomo, quanto tutte le persone presenti: colpevoli di omertà.
Nicoletta ha riportato una profonda lesione alla mandibola e la frattura del setto nasale; l'aggressore non è ancora stato fermato.
La denuncia è stata sporta non solo nei confronti dell’uomo, ma anche del personale del supermercato, che non ha garantito la sicurezza.
Cosa possiamo fare?
Cosa fare, dunque?
Cosa fare oltre a divulgare una cultura della Cura, attraverso articoli, post, spunti di riflessione e conversazioni quotidiane?
Occorsi impegnarsi concretamente, nelle azioni piccole e grandi di ogni giorno, a destrutturare la cultura dello stupro nella quale viviamo.
Occorre dare l’esempio, smettere di lasciar correre comportamenti abusanti e sessisti, non ridere per barzellette maschiliste, ma rispondere e disinnescare questa violenza sia verbale che agita.
Occorre rispondere prontamente. Occorre disarmare sul momento. Occorre rompere il silenzio, occupare spazio, fare rumore.
E mai, mai, voltarsi dall’altra parte.
Maya Vassallo Di Florio
In foto: Nicoletta A.