Il Blog del Tempio della Grande Dea
Simboli Sacri

I Simboli Sacri di Afrodite (Terza Parte)

Articolo di Marco Morgana Vettorel

FIORI 


Da sempre le piante sono state associate non solo alla Dea ma anche alle streghe e alle donne, accompagnando l’essere umano soprattutto da un punto di vista medico, religioso e sciamanico. 
Arte di Circe e Medea, Signore della farmacopea, è innegabile la connessione tra le erbe e la luna, il potere che l’astro notturno esercita non solo sulle acque ma anche sullo sviluppo delle piante, tessendo i primi calendari astronomici che regolavano anche il ciclo agrario e il lavoro del contadino. 
Strumento utile per nutrire, curare, racchiudono tutto il potere di Madre Terra e possono essere usate per diversi scopi, costruttivi ma anche distruttivi, attraverso il veleno che alcune di loro contengono. 

Rosa 


Regina dei fiori, simbolo caro alla Grande Dea e ad Afrodite, posta sotto gli influssi del pianeta Venere, favorisce ogni rituale d’amore, amicizia, bellezza ma anche, soprattutto in base ai suoi colori, di benedizione, guarigione, purezza, protezione (le sue spine), trasformazione e benessere. 
Simbolo alchemico di perfezione, d’infinito e ciclicità (grazie alla danza a spirale dei suoi infiniti petali), di iniziazione e d’amore, richiama con la sua forma la sacra Yoni, porta di trasformazione e piacere. 
Sacra agli alchimisti, bianca rappresenta l’albedo e la piccola opera, rossa invece la rubedo e la grande opera. 
Caro anche per la confraternita dei Rosa Croce e il mondo cristiano, ha innumerevoli significati come ad esempio essere stata la coppa, il Graal, che raccoglie il sangue di Cristo. 
Nell’antica Grecia i roseti erano sacri ad Atena e Afrodite. Secondo il mito, quando Adone, amante della Dea, fu ferito a morte, Afrodite si ferì con una rosa mentre correva verso di lui e da allora, tutte le rose, hanno il colore del sangue della Dea. 
Trova numerosi impieghi anche nell’arte dell’erboristeria e della farmacia: grazie alle sue proprietà benefiche, cura e allevia il mal d’umore, porta serenità e apertura, calma gli animi e rilassa la mente. 

FIAMMA 




Elemento ritenuto sacro, trasformatore della vita umana o, per meglio dire, punto di svolta nella storia dell’essere umano, è portatore di luce e dunque da sempre considerato testimone della presenza del sacro. 
Oltre ciò, veniva associato anche alla passione, violenta e non. Il sesso, la vita, la distruzione, il coraggio, la collera, un elemento dalla duplice natura, trasformatore di tutto quello che entra in contatto con lui. 
Per questi motivi è stato da sempre ritenuto un elemento sacro, dai celti al cristianesimo, d’importanza fondamentale a tal punto che, presso alcuni culti, si custodiva un fuoco accesso perpetuo nel tempio (ad esempio le vestali o le monache di santa Brigida). 
Tutto ciò spiega anche l’importanza dell’uso delle candele in magia: simbolo dei quattro elementi, soprattutto del fuoco, microcosmo dell’uomo, personificazione del Sacro, la luce di una candela assume, nell’ambito di un rituale, un significato simbolico e spirituale, squarciando le tenebre dentro di noi e permettendo ai desideri di manifestarsi nella realtà. 
Associato al sole, altra manifestazione del Divino, maschile e femminile, nei secoli è divenuto esclusiva del Dio e del maschile ma la verità è ben lontana. 
La fiamma con la sua forma richiama il sacro Lingam che porta fertilità, il suo stesso calore purifica dalle scorie invernali e propizia la nuova vita, cosi come le ceneri di ciò che trasforma, molto utili nel dare alimento ai campi arati per un nuovo raccolto. 
Numerosi sono i rituali e le pratiche popolari che vedono il fuoco protagonista di riti di purificazione e fertilità. 

CIBI AFRODISIACI 




Elemento essenziale per la sopravvivenza, il cibo è da sempre stato ammantato di magia e sacralità. 
In una società moderna e di corsa come la nostra, si è persa la sua magia ma…Cucinare è un atto magico di estrema potenza, un momento di meditazione e concentrazione in cui è possibile infondere intento ed emozioni, condividere rispetto, fiducia e amore, creando e trasformando gli elementi in un qualcosa di magico e nutriente. 
La magia in cucina ha portato a familiarizzare con gli ingredienti, scoprendo in alcuni di essi delle proprietà stimolanti, eccitanti, che mescolati insieme possono non solo alleviare tensioni e preoccupazioni ma predisporre al piacere della carne e del desiderio. 
Prendono il nome proprio dalla Signora del Desiderio, Afrodite, per la loro capacità di stimolare la sessualità e tra questi troviamo la famosa ostrica, le fragole, il cioccolato fondente e molti altri cibi. 
Se alcuni di loro, nel corso di studi e ricerche, è stato dimostrato che non hanno proprietà afrodisiache, per altri non vale lo stesso discorso ed è stato dimostrato che possono aiutare nell’estendere il piacere e nel viverlo appieno, poiché possono agire sulla circolazione sanguigna, la libido o le disfunzioni erettili. 
È necessario dunque fare ricerche accurate e distinguere i miti dalla realtà. 
Molti dei cibi afrodisiaci provengono dalla magia delle erbe, come ad esempio lo zenzero e il peperoncino, stimolano il gusto e l’olfatto e regolano gli ormoni. 
Nell’impiegare questi elementi per una cena afrodisiaca, conta molto anche l’ambiente: tutto deve essere gusto ed eccitazione per ogni senso, non solo il cibo ma anche l’atmosfera, i profumi, e gli altri elementi in gioco. 

VESTI SETOSE E TRASPARENTI 




Secondo alcuni miti e descrizioni, Afrodite si vestiva con veli trasparenti, plissettati e ricamati, ricchi di pietre preziose, dai colori tenui. 
Adornata per di più con gioielli d’oro e di oricalco (un raro metallo prezioso, una lega metallica mista di rame e zinco, con piccole percentuali di nichel, piombo e ferro), profumata e avvolta in un mantello splendente, cominciò sempre più ad essere rappresentata nuda e timida, riflettendo la trasformazione della società greca nei confronti delle donne. 
Da sempre però le vesti setose e trasparenti sono state un gioco delizioso ed erotico per i sensi, dalla vista al tatto, un gioco di vedo e non vedo, dolce tentazione che esalta le sensazioni e le emozioni. 
Fluenti, cascanti, perfette per giochi di panneggio, richiamano il mare stesso e il mondo interiore, le emozioni e l’impulsività, l’istinto e la morbidezza, la sinuosità. 

CINTURA DI AFRODITE 




La cintura è da sempre un accessorio caro alla magia. 
Non solo richiama il simbolo e il significato del cerchio ma anche del serpente che si morde la coda, l’Uroboro, simbolo di trasformazione e dell’infinito. 
Diversi sono i miti che parlano di cinture dotate di poteri magici, cosi come di divinità che possedevano cinture che aumentavano il proprio potere. 
Secondo i miti greci, anche Afrodite possedeva una cintura d’oro e magica, donata da suo marito Efesto, capace di rendere irresistibile chiunque la indossasse (persino la dea Hera la prendeva in prestito per trattener il marito Zeus). 
La dea utilizza questa cintura per raggiungere piacere fine a se stesso, per sedurre chi sceglie di amare, facendo dono della sua bellezza e del suo amore senza altri scopi se non il piacere stesso. 
La cintura diviene dunque un simbolo di libertà, forza, indipendenza, che la rende irresistibile e autentica. 
Da simbolo di potere, protezione della fertilità della donna, di magia e di sensualità (basti pensare anche alla cintura che cinge i fianchi delle danzatrici della danza del ventre), la cintura diviene dall’epoca medievale in poi, un simbolo di castità, protezione dagli istinti e dalle passioni, per mantenere al sicuro la verginità delle giovani donne ed evitare ogni tentazione. 
Interessanti citare anche la cintura di Venere. Con questo nome dato in epoca vittoriana, ci si riferisce ad un fenomeno atmosferico che si può osservare a occhio nudo poco prima dell’alba e poco dopo del tramonto. 

SPECCHIO 




Considerato simbolo di vanità e superficialità, lussuria e frivolezza, è in realtà uno strumento magico e divinatorio molto complesso, antico e potente, ricco di simboli e significati. 
Come visto in precedenza, la stessa Afrodite, cosi come le Sirene, hanno per simbolo lo specchio ma non sono le uniche: Hathor, Oshun sono alcuni esempi di divinità associate allo specchio. 
Afrodite e le sirene passano molto tempo a specchiarsi, ad amarsi e prendersi cura di se stesse incuranti del giudizio altrui, conducendoci con il loro esempio all’amor proprio e all’autostima, alla vera bellezza. 
Il suo vero significato risiede nell’arte della chiaroveggenza e della visione. 
Finestra verso altri mondi, consente di attraversare il velo che separa il mondo visibile da quello invisibile, di conoscere la realtà delle cose, di dedicarsi all’arte dell’introspezione ed esplorare i propri abissi, scovando tesori sepolti e portando luce. 
La luna stessa è uno specchio, che riflette la luce del sole e illumina le tenebre, aiutando a ritrovare se stessi. 
Lo specchio è anche un simbolo di unità sacra e di trasformazione, uno strumento che racchiude in sé gli opposti: l’illusione e la realtà, l’esterno e l’interno, conscio e inconscio. 
È stato anche usato in magia per riti di protezione, per assorbire e rimandare il male al mittente, per imprigionare demoni e spiriti negativi, per rompere malefici e negatività. 

L’occhio è un simbolo antico che richiama lo specchio, non per niente si dice da sempre che “gli occhi sono lo specchio dell’anima”, utilizzato anche come simbolo della divinità che tutto vede, onnisciente. 
Conosciuto come occhio di Allah e da sempre impiegato come amuleto per respingere il male, fare giustizia e proteggere, vedere la realtà oltre l’apparenza, non ha nulla a che fare con la religione mussulmana, è molto più antico ed è uno dei simboli della Dea Afrodite, diffuso in tutto il mediterraneo. 

Fonti: 
-Wikipedia; 
-Il Cerchio della Luna, Yoni la vulva sacra; 
-Avalon di Nicholas R. Mann; 
-Sirene di Skye Alexander; 
-Il linguaggio della Dea di Marija Gimbutas; 
-La Magia del Sesso di Skye Alexander; 
-La Via della Sacerdotessa del Mare di Louise Tarrier; 
-Magia contemporanea di Doreen Valiente; 
-Simboli di Potere di Felicitas H. Nelson; 
-Ricerche e appunti personali sviluppati negli anni.