Mokoš è la Dea della fertilità, protettrice della donna, dei bambini e dei lavori femminili. È inoltre la Dea che, insieme alle Suđenice - le Parche Slave - può determinare il destino di ogni donna e uomo.
L’etimologia del nome Mokoš
Gli studiosi si sono interessati molto all'etimologia del nome della Dea. Secondo Jagic' il suo nome deriva dalla radice mok "umido" e mokr "bagnato". Aničkov, invece, attribuì il nome della Dea al nome della tribù finlandese (mordviniana) Mokša, supponendo che la Dea Mokoš, originariamente, fosse una divinità finlandese che il principe Vladimir incluse nella cerchia degli Dei russi. Machek fa derivare il nome Mokoš dall'aggettivo sanscrito maksha - "nobile, ricco", mentre Iljinsky, partendo dalla tradizione popolare russa di Mokoš, una creatura mitica femminile che controlla filati, tessitura e maglieria, fa derivare il suo nome dal lituano makstyti, ovvero "lavorare a maglia", maks "sacco", "borsa",con cui è collegata la parola slava comune e preslava mošna "borsa". Pisani asserisce che il nome Mokoš avrebbe potuto derivare dal mot-koši, la cui radice si trova nella parola russa motat "avvolgere", motok "fermaglio". Pertanto, a suo avviso, il nome Mokoš si adatterebbe alla funzione che la tradizione attribuisce a Mokoš, il che confermerebbe anche che l'antica Mokoš russa era la Dea della filatura e della tessitura.
Dove e quando veniva venerata?
Durante la sua festività, che si celebrava in autunno, oppure per chiedere il suo aiuto, le donne offrivano fibre di canapa o panni di lino in suo onore lasciandoli nei fiumi e nei laghi. Esiste anche una festa primaverile legata alla Dea. In quel giorno era tabù zappare la terra con qualsiasi tipo di attrezzo e strappare l'erba, perché si credeva che si sarebbe potuta ferire la Dea, oppure strappare i suoi capelli.
Tokarev spiega come tutti i nomi degli Dei di Vladimir siano stati dimenticati presso il popolo, a eccezione della Dea Mokoš. Ancora nel XVI secolo, durante la confessione, il sacerdote doveva chiedere alle donne: "Hai invocato l'aiuto di Mokoša?" Da ciò si rileva non soltanto l'aspetto femminile della Dea, bensì anche il fatto che venisse rispettata dalle donne molti secoli dopo la cristianizzazione della Russia. Addirittura fino al XX secolo, il nome della Dea era noto nella Russia settentrionale e le credenze a lei legate riguardavano le opere delle donne, principalmente la filatura.
In alcuni luoghi di Olonica, in concomitanza con la tosatura delle pecore, venivano sacrificati dei fili di lana a Mokuša. Il suo nome era noto anche in alcuni luoghi della provincia di Novgorod, dove era concepita come un essere femminile con una testa grande e le braccia lunghe. Questo era solo uno dei suoi aspetti, gli altri erano quelli di una donna alta con floridi seni e capelli sciolti, oppure un'anziana.
I suoi attributi erano la lana, la canapa, il lino, il tiglio, le pecore e le api, insetti che richiamano l'Ape Bianca, l'antenata mitica di tutti i popoli Slavi.
La Dea era venerata anche presso gli Slavi occidentali (Lituani, Estoni e Lettoni, ma anche Slavi Polabiani, residenti nell'attuale Germania), e nelle loro terre sono stati rilevati paesi e monti recanti il suo nome e usanze a lei legate.
Mokoš come la Dea Afrodite
Secondo Niederle, invece, Mokoš rappresenterebbe la versione slava di Afrodite o Astarte, e fa originare la sua credenza nei culti greco-orientali della regione del Mar Nero. Ipotesi che collima anche con la versione di Mokoš come Suđenica: anche la Dea Afrodite, anticamente, era considerata una delle Moire.
Gli Slavi Orientali cristianizzati trasferirono le funzioni della Dea Mokoš alla Santa Paraskeva russa, o Santa Petka per i serbi, il cui giorno ricorreva il venerdì, come dice il suo nome Petka/Venerdì, che ci rimanda, ancora una volta, alla sua connessione greca afroditica. Si racconta che la santa fosse nata sulla costa del mar di Marmara (attuale Turchia), ma che trascorse la maggior parte della vita nel caldo deserto di Giordania.
Il culto di Mokoš oggi
Durante il giorno di Santa Paraskeva o Petka, alle donne è proibito filare e tessere e presso i serbi, che possiedono un santo eponimo, ovvero protettore per ogni famiglia, esiste anche Santa Petka fra essi, caso più unico che raro. Una Santa che svolge la funzione di protettrice di una famiglia e viene celebrata, nel corso di una festa chiamata Slava, come una Dea, ricordando, a chi è capace di farlo, che all'epoca pagana la Slava aveva per protettore una Dea o un Dio.
Oggi in Serbia la Dea Mokoš viene celebrata dai Rodnoverci (Credenti del Rod, ovvero la famiglia di sangue, ma anche tutto il popolo slavo) in due date: 9 maggio e l'ultimo venerdì di ottobre.
Articolo scritto da Natasa Cvijanovic