Figlia di Iside, Signora della Magia, e di Osiride, Consorte e Paredro della Dea, generata
da Ra nel seme di Osiride e nell’utero di Iside, è la Dea Gatto, Signora del Sole e della Luna, patrona delle emozioni e dei sensi.
Divinità dell’antico Egitto, nota anche presso la mitologia greca come Ailuros, era tra le divinità più importanti e venerate e, come accade spesso in questi casi, anche Lei ha una storia molto complessa e articolata che l’ha sempre più trasformata attribuendole nuovi aspetti e, delle volte purtroppo, soffocandone altri.
La natura duplice di Bastet
Partiamo col dire che Bastet è una dea dal duplice aspetto: nel suo aspetto pacifico, in cui assume forme di gatta o donna con la testa di gatto, è una dea benevola; nel suo aspetto terribile, è nota per la sua ferocia, è uno degli occhi di Ra che annienta i nemici d’Egitto, nota per le sue collere e rappresentata con testa leonina (aspetto che l’ha portata, n epoca tarda, a essere identificata con la Dea dell’energia, della guarigione ma anche della guerra, Sekhmet).
Ciò la identica perfettamente nel suo animale, il gatto.
Il gatto, animale magico
Come la Grande Dea, come Bastet, cosi anche il gatto ha una natura duplice: simbolo d’indipendenza e sessualità, animale misterioso, custode dei poteri interiori, simbolo del legame tra il mondo umano e quello spirituale, è l’animale magico e psichico per eccellenza, attraente e pericolo assieme.
Nell’antico Egitto era ritenuto sacro e gli erano dedicati templi, invocazioni e poesie, mentre i resti mortali erano mummificati e conservati. Non solo per via del suo legame con la Dea ma anche per il prezioso ruolo che svolgeva nel difendere i granai dai topi.
Purtroppo, visto il suo legame con gli antichi culti e il femminile, oltre che per il suo carattere fuggevole e indipendente, nel medioevo subì un processo di demonizzazione da parte del patriarcato e della chiesa: il gatto, soprattutto quello nero (Bastet era rappresentata come un gatto nero o con la testa di un gatto nero, ricordiamolo e specifichiamolo), fu legato a Satana e divenne il famiglio prediletto delle streghe.
Possederne uno, in alcune località, era motivo di linciaggio immediato da parte della folla inferocita. Soprattutto intorno al 1232-1233, a causa della bolla Vox in Rama a cura di Papa Gregorio XI, il gatto fu considerato personificazione demoniaca e in pratica condannato a morte, insieme a chi ne fosse il padrone e, soprattutto, la padrona.
Fu uno sterminio terribile, di proporzioni tali da aver causato l’estinzione del gatto nel nostro continente. Ovvio che i topi proliferassero indisturbati o quasi, arrecando anche malattie molto gravi. Nel XV sec., per combattere il proliferare dei ratti, i gatti furono nuovamente introdotti in maniera non ufficiale.
Da tutto ciò deriva la superstizione del gatto nero come portatore di sfortuna ma, per fortuna, non è così.
Gli insegnamenti di Bastet
Tornando alla Dea, anche se nota più come dea dei gatti, della casa e della fertilità, ha in
sé molti altri aspetti dimenticati tra cui, soprattutto in origine, quello di divinità del Sole.
Bastet, infatti, nasce come dea solare, personificando il suo aspetto più benefico, il calore
che alimenta la vita (al contrario di Sekhmet che incarna il suo aspetto bruciante); solo in epoca successiva e greca fu assimilata ad Artemide, divenendo Signora della Luna.
Quello che molti ignorano, ma che ho già accennato, anche Bastet è una Dea che contiene in sé l’aspetto di Amante.
Il suo culto, tra le altre cose, fu molto popolare tra il popolo perché Signora dell’amore e del piacere, colei che stimolava sessualità e fertilità.
I suoi riti erano un tripudio di gioia ed estasi, preceduti da purificazioni e profumazioni, seguiti da abbondante musica, da canti e danze a Lei molto gradite, oltre ad offerte di fiori e vino.
Bastet, nel suo ruolo di Dea Amante, insegna a vivere la vita con dolcezza e pienezza, senza remore o blocchi.
Seduce e incanta, insegna a seguire la via scritta nel proprio cuore, ad ascoltare e seguire l’istinto, ad accrescere la propria forza e la propria sensualità e a godere.
Lei è l’archetipo della libertà ma anche dell’ascolto di tutto il corpo, delle emozioni che guidano nella danza e nel canto estatico, nella gioia dei sensi e del piacere.
Come Dea solare e lunare Lei è l’unità di corpo, anima e spirito, onora tutto ciò e lo celebra, vive appieno, aiutando a scoprire e a essere autentici, completi, integri.
Bastet insegna ad ascoltare la propria volontà, assecondare i propri desideri, celebrare la vita e ad avere tempo per se stessi.
Con la sua vista acuta porta chiarezza, sensitività e aiuta a vedere la realtà dietro l’apparenza delle cose.
I simboli di Bastet
Tra i suoi simboli principali e distinti troviamo il sistro, antico strumento musicale e di potere, creato da Iside, detenuto anche dalla Dea dell’amore Hathor, strumento rituale suonato durante le cerimonie di queste tre divinità, testimone del suo ruolo quale Signora della musica, della danza e del canto.
Come visto in precedenza anche il gatto, suo animale sacro e manifestazione, venerato e rispettato dagli antichi egizi, è tra i suoi simboli principali, poiché dea gatta che protegge quest’animale e coloro che si rivolgono a lei, soprattutto donne e bambini, simbolo della sua natura duplice e della sua sensualità e psichicità.
L’utchat, conosciuto anche come occhio di Horus, simbolo di protezione e prosperità, visione chiara e magia, personificato dalla Dea Wadjet e in seguito, a causa del sincretismo tra Ra e Horus, associato all’occhio di Ra, nonostante i due simboli avessero una rappresentazione grafica ben distinta.
Morgana Marco Vettorel
tratto dal saggio "La Dea Amante" - Pratiche del Tempio della Grande Dea
Grazie di cuore, Morgana, per l'impegno e le ricerche!
Immagine: "The Goddess Bastet" di Ossama Boshra